A Colliano (Salerno) i rappresentanti delle 37 realtà territoriali Del GAL ‘I Sentieri del Buon Vivere’ insieme al costituendo Distretto del Cibo sottoscrivono il protocollo di intesa del processo virtuoso tracciato da ‘Biowine’

L’applicazione sul campo del progetto ‘Biowine’ (Biological Wine Innovative Enviroment) non costituirà un semplice riuso in terra campana e lucana di una best practice adottata in terra trevigiana. Il vero obiettivo è invece quello di fare in modo che questo percorso di riadattamento di buone regole possa divecolliano biowinentare anch’esso un vero e proprio modello di riferimento, ulteriormente replicabile in altre aree interne o rurali. È sicuramente questo l’aspetto più importante emerso dall’incontro che si è consumato nella giornata di ieri (sabato 20 luglio) presso la sede del Gal ‘Sentieri del Buon Vivere’ di Colliano, in provincia di Salerno. L’appuntamento, che ha visto protagonisti amministratori, professionalità e operatori del settore agricolo di una suggestiva area territoriale che fa da cerniera tra le province di Salerno, Avellino e Potenza, è infatti riuscito a mettere in luce l’importanza di questa progettazione ambiziosa. Una progettazione che, partendo dal comparto vitivinicolo, mira a diffondere su ampi e variegati territori delle aree interne del Sud la cultura del paesaggio e dell’uso responsabile del territorio, stimolando le pubbliche amministrazioni, i tecnici e tutti gli attori impegnati nella pianificazione, progettazione e gestione degli stessi territori a mettere in atto un processo virtuoso.

Nel corso dell’incontro i rappresentanti delle amministrazioni locali e quelli del Gal ‘I Sentieri del Buon Vivere’ nonché il costituendo Distretto del Cibo “Cibo, Acqua e Salute” hanno più volte sottolineato come le 37 realtà territoriali che rientrano nell’area del Gal hanno prontamente recepito e condiviso le linee di intervento tracciate da ‘Biowine’. Le finalità del progetto sono state illustrate nel corso dell’appuntamento da Giovanni Quaranta (coordinatore scientifico del progetto), Antonio Leone (studioso del paesaggio e dei suoli del Centro Nazionale Ricerche) e da Antonio De Cristofaro (docente di Entomologia merceologica dell’Università degli Studi del Molise). A loro è toccato evidenziare come gli strumenti che mette a disposizione ‘Biowine’ potranno rappresentare un forte valore aggiunto anche per un territorio caratterizzato soprattutto dalla coltura dell’olivo e che al tempo stesso offre grandi eccellenze enologiche.

Il progetto ‘BioWine’ – finanziato per circa 550 mila euro nell’ambito del PON Governance 2014/2020 su iniziativa dell’Agenzia per la Coesione Sociale, in virtù del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale dell’unione Europea – vede coinvolto come Ente cedente della buona pratica il Comune di San Pietro di Feletto dell’area Docg

colliano gal biowine

Conegliano-Valdobbiadene in provincia di Treviso (recentemente riconosciuta patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco). Gli Enti Riusanti sono alcuni comuni che appartengono alle aree del Sannio, del Cilento e della Val d’Agri (Guardia Sanframondi – Ente Capofila, Castelvenere, Sant’Agata de’ Goti e Solopaca in provincia di Benevento, Caggiano e Sant’Angelo a Fasanella in provincia di Salerno, Castelfranci in provincia di Avellino, Roccanova e Grumento Nova in provincia di Potenza). La finalità è quella di dotare i Comuni coinvolti nel riuso di tutti gli strumenti tecnologici, organizzativi e amministrativi che compongono la buona pratica ed in particolare di costituire un Regolamento Intercomunale di Polizia Rurale per la corretta gestione del territorio e lo sviluppo di azioni tese a diminuire l’utilizzo dei prodotti fitosanitari, accrescere la sostenibilità delle produzioni vitivinicole e agricole in generale in un’ottica di risparmio energetico.

Si tratta di un processo che porterà a disegnare un quadro normativo unitario e condiviso, atto a proteggere il territorio e le biodiversità e ad immettere sul mercato prodotti di qualità eccellente dal punto di vista organolettico e sanitario ma anche portatori di valori e di significato. Tutto questo si concretizzerà stimolando una maggiore cultura in materia di pianificazione e gestione del paesaggio grazie all’approccio multidisciplinare che è alla base della progettazione.

Il punto di partenza, come detto, è la buona pratica che le realtà trevigiane sono riuscite a realizzare nel corso di un intenso decennio, come soluzione ad alcuni elementi di forte criticità che quei territori si sono trovati ad affrontare a seguito di un esponenziale incremento della viticoltura. I tempi di attuazione di Biowine dovranno, invece, essere necessariamente brevi, per permettere di accorciare il gap di sviluppo che segna queste aree del Sud, positivamente connotate da un paesaggio rurale che è soprattutto un “paesaggio delle differenze”, in virtù della grande biodiversità che ancora custodiscono. Tutto questo favorendo lungo questo processo il più ampio coinvolgimento attraverso specifiche attività di animazione e sensibilizzazione.

Il fitto calendario, dopo l’appuntamento di ieri, propone un nuovo incontro già per la giornata di domani (lunedì 22 luglio) con un seminario che questa volta si svolgerà in terra lucana. L’appuntamento è fissato a Grumento Nova per il seminario ‘Verso lo Statuto del Territorio e del Paesaggio rurale della Lucania Interiore’. La giornata prevede due momenti. Il primo si svolgerà nella Sala consiliare comunale (piazza Pertini, 1). Dopo la registrazione dei partecipanti (ore 15.30) prenderà il via la sessione tecnica con gli interventi di Giovanni Quaranta (coordinatore scientifico del progetto Biowine), Rosanna Salvia (docente di Economia dello Sviluppo dell’Università degli Studi della Basilicata), Francesco Pisani e di Mario Campana (dell’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura- Alsia). Al tavolo tecnico parteciperanno, oltre ai vitivinicoltori dell’area, i rappresentanti dei Consorzi di Tutela delle Denominazioni ad Origine Controllata (Pecorino di Moliterno e Fagioli di Sarconi), agronomi, agrotecnici, geologi, ingegneri e architetti. Saranno presenti i rappresentanti del Gal, delle associazioni agricole e di quelle ambientalistiche, dell’Asl e dell’Arpab. Alle 18.30 ci si sposterà presso il castello Sanseverino per la sessione istituzionale, che sarà coordinata da Giovanni Quaranta e aperta dai saluti di Antonio Imperatrice (sindaco di Grumento Nova). A questa seconda sessione prenderanno parte: Mario Scetta (sindaco di Castelvenere), Rocco Greco (sindaco di Roccanova), Vincenzo Parisi (in rappresentanza del Comune di Sant’Arcangelo, realtà che rientra nell’areale di produzione del Grottino di Roccanova Doc), Antonio Bulfaro (in rappresentanza di Castronuovo di Sant’Andrea, sempre dell’area del Grottino di Roccanova Doc), Giuseppe Tancredi (Comune di Moliterno, nell’area della Terre dell’Alta Val d’Agri Doc), Amedeo Cicala (Comune di Viggiano, nell’area della Terre dell’Alta Val d’Agri Doc) e Domenico Romaniello (direttore dell’Alsia). Previsto un intervento in video collegamento di un rappresentante del Comune di San Pietro di Feletto; le conclusioni saranno affidate all’assessore all’agricoltura della Regione Basilicata, Francesco Fanelli.

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